visions
sono sempre stato ossessionato dal tempo. non ho mai veramente accettato di essere legato ad un prima ed un poi e di sapere che ogni cosa che viviamo e vediamo sia destinata a finire. dentro di me ho sempre nutrito la profonda convinzione che la progressione lineare dal passato al futuro non sia irreversibile ma sia invece frutto di un nostro limite percettivo e che da qualche parte ogni attimo vissuto continua ad esistere.
Per questo motivo penso che ogni attimo sia connesso e che il presente influenzi il passato così come può influenzare il futuro. E’ un ragionamento apparentemente assurdo ma solo per chi si affida alla visione cartesiana/euclidea del mondo, nella quale esiste solo quello che può essere misurato e ricondotto ad una formula.
Io credo esista invece altro, che ci sia una quarta dimensione ontologica e percettiva che attinge a questo tutto immobile e in esso vede passato, presente e futuro come uno. Così come esistono ricordi del passato, esistono certamente ricordi del proprio futuro. Così come possiamo sforzarci di ricordare fatti vissuti nel 2024, possiamo fare lo stesso per quelli del 2026. è possibile, è più che possibile per me: è reale. Io ho ricordi netti, portati alla vita da sollecitazioni proustiane, di cose che per tutti devono ancora avvenire. La profezia altro non è che questo. Non il dono di pre-vedere ma semma di vedere il tutto per quello che è. di sbirciare nella fabbrica dell’universo per intra-vedere in essa attimi che il nostro io temporalizzato non ha ancora esperito.
Purtroppo, così come per i ricordi del passato, anche quelli del futuro non sono sotto il nostro totale controllo e neanche l’esercizio più intenso potrà permetterci di dominarli completamente.
Le profezie sono per questo indimostrabili scientificamente, non solo perchè esse sfuggono a qualunque logica di ripetibilita’ e misurazione ma soprattutto perchè trattandosi di ricordi esse hanno spesso, salvo rare eccezioni, contorni sfumati e incerti.
Le eccezioni seppur rare esistono però. ed io stesso le ho vissute, intra-vedendo fatti con estrema precisione.
nel corso degli anni ho capito che per qualche strano motivo, l’accuratezza di queste intra-visioni e’ maggiore quando il soggetto che le riguarda viene osservato negli occhi, spegnendo ogni percezione logica e affidandosi all’intuito, lasciando che l’occhio si apra e catturi ogni cosa, senza che il cervello lo blocchi.
perchè se è vero che esso cattura la luce, è anche vero che cosa sia la luce è molto difficile stabilirlo. forse un domani scopriremo che c’è molta più energia e informazione in un fotone di quanto non crediamo. e che quando esso entra nel nostro corpo succedono cose, a livello profondo, molto più complicate di quanto non pensiamo.
Forse la luce altro non è che il tessuto profondo del tutto atemporale e quando iniziamo a lasciarla entrare dentro di noi o ne osserviamo il passaggio dentro gli occhi di qualcun altro, l’intero universo si apre.
Forse l’occhio è come un buco nero, ha una sua gravità. forse più ci andiamo vicino più finiamo per cadere dentro l’altro e dall’altro dentro al tutto.
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